Yitzhak Rabin Questo meccanismo, unito alle regole con cui venivano solitamente gestiti i terreni assegnati ai coloni (la terra doveva essere lavorata solo da lavoratori ebrei e non poteva essere ceduta o subaffittata a non ebrei), di fatto toglieva l'unica fonte di sostentamento e lavoro a moltissimi insediamenti arabi preesistenti.[24]. Nel settembre 2005, il premier israeliano Ariel Sharon portò a compimento un piano, annunciato nel 2003, di ritiro unilaterale dei soldati e dei coloni israeliani dalla Striscia di Gaza, che fu così consegnata all'Autorità Nazionale Palestinese, anche se Israele conservò il controllo dei confini e dello spazio aereo. 1995 – Rabin viene assassinato da un estremista israeliano. [54], Nel 1978 l'invasione del sud del Libano da parte dell'esercito israeliano indusse l'ONU a creare una zona cuscinetto, tra i due paesi, presidiata dai "caschi blu". Ricerca sulla questione del Medio-Oriente, dalla nascita dello Stato di Israele ad oggi, Geografia — [44], Francia e Regno Unito furono in fretta costrette a rinunciare al conflitto per la minaccia di un intervento sovietico e statunitense ma, anche in tale occasione, la migliore organizzazione militare consentì agli israeliani di prevalere sugli avversari: gli Arabi furono costretti alla ritirata dalla brillante condotta delle operazioni da parte del generale israeliano Moshe Dayan che riuscì a conquistare il Sinai (solo successivamente restituito all'Egitto per l'intermediazione dell'ONU) da Rafah a al-Arīsh. La ricerca scientifica rimase eminentemente appannaggio dell'Europa e all'Impero ottomano sembrò sufficiente importare tecnologia da essa senza minimamente immettersi nello stesso cammino ideologico ed epistemologico prefigurato nel Vecchio Continente. 1946 l'attentato al King David Hotel organizzato dai gruppi armati ebraici, con quasi 100 morti, e i continui attacchi terroristici contro i suoi militari e diplomatici che si susseguono da ormai 10 anni, spingono il Regno Unito ad annunciare l'abbandono del controllo della zona entro il 1948. La macro-regione estesa dal Mar Mediterraneo all'odierno Iraq era nota come Levante o Grande Siria (in arabo, Bilād al-Shām), e la sua porzione meridionale comprendeva il territorio generalmente noto come Palestina. Identificabile come l'area compresa tra il Mar Mediterraneo e il Mar Morto, l'Egitto e la Siria, essa ospita tra l'altro l'importantissima città di Gerusalemme, sacra per le tre religioni abramitiche, di cui ospita molti luoghi ed edifici sacri. 22 della Convenzione della Società delle Nazioni: la Francia ottenne l’amministrazione mandataria di Siria e Libano, mentre il Regno Unito ottenne l’amministrazione mandataria di Palestina, Transgiordania e Iraq. Durante la seconda tregua venne assassinato il mediatore dell'ONU, conte Folke Bernadotte, da parte di alcuni uomini del Lehi, un'organizzazione armata di matrice sionista.[39]. [79], Nel luglio 2013, iniziarono nuovi negoziati diretti tra Israele e l'OLP a Washington, sotto la guida del segretario di Stato John Kerry. [66] Il crollo dell'URSS e la Guerra del Golfo spinsero Israele e l'OLP a dare una svolta ai negoziati di pace: in seguito a una conferenza di pace tenutasi a Madrid nel 1991 e a negoziati condotti in segreto in Norvegia, Israele e l'OLP raggiunsero gli storici accordi di Oslo il 20 agosto 1993. I confini e lo status politico della regione sono cambiati nel corso della storia: ... Documenti sull'origine e gli sviluppi della Questione Araba (1875-1944), Roma, Istituto per l'Oriente, 1944, p. 27. Due tentativi di mediazione dell'ONU comprendenti diverse spartizioni del territorio falliscono e durante una tregua viene ucciso il mediatore. Spesso gli attriti non erano dovuti all'immigrazione in sé, ma ai differenti sistemi di assegnazione del terreno: gran parte della popolazione locale per il diritto britannico non possedeva il terreno, ma per le abitudini locali possedeva le piante che vi venivano coltivate sopra (tra cui gli alberi di ulivo, che erano la coltura prioritaria e che, vivendo anche secoli, divenivano dei "beni" passati di generazione in generazione nelle famiglie); di conseguenza, molti terreni usati dai contadini arabi, erano ufficialmente (per la legge britannica) senza proprietario e venivano quindi acquistati (o ricevuti in affidamento) da coloni ebrei appena immigrati che, almeno in un primo tempo, erano ignari di questa situazione. La comunità ebraica palestinese, che durante gli ultimi trent'anni si era organizzata militarmente in gruppi come l'Haganah e il Palmach o aveva visto la nascita di formazioni d'impronta terroristica come l'Irgun e la Banda Stern che confluirono successivamente nell'IDF (Forze di difesa israeliane, dette Tzahal), dimostrarono subito un'imprevista capacità bellica, che, unita alla forte immigrazione degli anni precedenti (che vedeva tra i nuovi arrivati molti veterani della seconda guerra mondiale) e all'acquisto (in violazione dell'embargo vigente[38]) di armi dalla Cecoslovacchia, permise loro non solo di resistere agli eserciti arabi ma anche di contrattaccare e di annettere gran parte dell'area assegnata dal piano di partizione dell'ONU allo Stato arabo, ad eccezione della striscia di Gaza e della Cisgiordania. Accordi di pace sono stati firmati tra Israele ed Egitto nel 1979 e tra Israele e Giordania nel 1994, cosicché il conflitto si è tramutato nel corso degli anni da conflitto arabo-israeliano su larga scala a un più localizzato conflitto israelo-palestinese (anche detto questione palestinese), incentrato sul mutuo riconoscimento di sovranità e indipendenza dello Stato di Israele e dello Stato di Palestina, proclamato nel 1988 sui territori palestinesi occupati da Israele nel 1967. 1988 – Il Consiglio Nazionale Palestinese proclama la nascita dello Stato palestinese e contestualmente riconosce quello israeliano. Shaul Mofaz 1979 – Trattato di pace tra Israele e l'Egitto, l'esercito israeliano avvia il ritiro dalla penisola del Sinai. Stato libero del Libano (1978-84), Mordechai Maklef [30], La definitiva risposta delle Nazioni Unite alla questione palestinese fu data il 25 novembre 1947 con l'approvazione della risoluzione 181, che raccomandava la spartizione del territorio conteso tra uno Stato palestinese, uno ebraico e una terza zona, che comprendeva Gerusalemme, amministrata direttamente dall'ONU. Mohammed Deif Tema svolto sulla questione palestinese, il lungo conflitto arabo israeliano, Guerra arabo-israeliana: storia, cause e conseguenze, Conflitto tra Israele e Palestina: riassunto, Questione palestinese: tema sul conflitto arabo-israeliano, La storia del conflitto israelo-palestinese: riassunto, La questione palestinese: riassunto breve. 1956 – Scoppia la II guerra arabo-israeliana (guerra di Suez) che viene interrotta da URSS e USA. Zvi Zamir, Abu Abbas Sheikh Khalil Nella sua relazione l'UNSCOP si pose il problema di come accontentare entrambe le fazioni, giungendo alla conclusione che era "manifestamente impossibile", ma che era anche "indifendibile" accettare di appoggiare solo una delle due posizioni: «But the Committee also realized that the crux of the Palestine problem is to be found in the fact that two sizeable groups, an Arab population of over 1,200,000 and a Jewish population of over 600,000, with intense nationalist aspirations, are diffused throughout a country that is arid, limited in area, and poor in all essential resources. Ahmed Ali al-Mwawi Durante la prima guerra mondiale, il Regno Unito prese tre impegni, tra loro contraddittori, rispettivamente con arabi, francesi ed ebrei sionisti, circa il futuro status politico dei territori arabi dell'impero ottomano, e della Palestina in particolare. Falangi Libanesi (1978-82) Breve storia dello Stato d'Israele 1948-2008, Il sionismo. [46], Il 5 giugno 1967 un attacco preventivo delle forze aeree israeliane avviò la "III guerra arabo-israeliana o Guerra dei sei giorni", con la distruzione al suolo della quasi totalità dell'aviazione di Egitto, Siria e Giordania, con le forze corazzate e di terra di quei paesi che, senza copertura aerea, furono letteralmente decimate. La reazione della Lega araba fu di isolare l'Egitto e di proclamare il Fronte del rifiuto.[56]. Ali Hasan Salama Fārūq I d'Egitto Il conflitto arabo-israeliano (in arabo: الصراع العربي الإسرائيلي, al-Ṣirāʿ al-ʿarabī al-isrāʾīlī, in ebraico: הסכסוך הישראלי-ערבי?, ha-sikhsukh ha-israeli-aravi) è un conflitto politico-militare che vede contrapposti lo Stato di Israele da una parte e i palestinesi e gli Stati arabi circostanti dall'altra. Una commissione britannica presieduta da Sir Walter Russell Shaw giudicò e condannò i sospettati di stragi e rappresaglie (195 arabi e 34 ebrei) ed emise diverse condanne a morte (17 arabi e due ebrei, commutate con la prigione a vita tranne per tre arabi che furono impiccati), negò ogni accusa di scarsa efficacia di intervento da parte delle forze britanniche, condannò fermamente gli attacchi iniziali della popolazione araba contro i coloni ebraici e le loro proprietà, giustificò le rappresaglie da parte dei coloni ebrei contro gli insediamenti arabi come una "legittima difesa" dagli attacchi subiti e vide nel timore di uno Stato ebraico il motivo di questi attacchi. Tuttavia, Barak non riuscì a convincere con le sue proposte il suo antagonista Arafat sui termini definitivi della pace e le trattative conobbero così un cocente fallimento. Da questo punto in poi il Vicino e il Medio Oriente assumono una straordinaria importanza strategica per tutti i paesi europei interessati ai commerci con l'Oriente, Impero britannico e Francia sopra tutti. Una storia politica e intellettuale 1860-1940 (2 vol. [12] Per l'area della Palestina a ovest del Giordano da Gaza ad Acri (area marrone) l'accordo prevedeva: «That in the brown area there shall be established an international administration, the form of which is to be decided upon after consultation with Russia, and subsequently in consultation with the other allies, and the representatives of the sheriff of Mecca. Moshe Dayan Questo era diviso tra il sangiaccato di Gerusalemme a sud (da Rafah a Giaffa) e la porzione meridionale del vilayet di Beirut a nord (i sangiaccati di Nablus e di Acri). La Biblioteca de la ULPGC es un centro de recursos para el aprendizaje, la docencia, la investigación y las actividades relacionadas con el funcionamiento y la gestión de la ULPGC. Inutilmente Clinton cercò di rilanciare il processo di pace con il summit di Taba nel gennaio 2001; il 6 febbraio proprio Sharon fu eletto primo ministro. Il momento più intenso d’immigrazione ebraica in Palestina si verificò prima, durante e dopo il regime di Hitler.E’ il 1946 e viene creata una Lega di cui fanno parte la Transgiordania, la Siria, l’Egitto, il Libano e l’Arabia Saudita. L'esito del conflitto non valse perciò a modificare la situazione di stallo che sfavoriva la popolazione araba, ancora maggioritaria. Il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali persegue finalità scientifiche e didattiche di carattere interdisciplinare, essendo composto da docenti e ricercatori che operano in modo sinergico e con competenze politologiche, giuridiche, economiche, sociologiche, storico – filosofiche e geografiche, sui temi che investono le dinamiche della politica e della società civile. Ephraim Halevy Il territorio geografico della Palestina, allora sotto il dominio turco-ottomano, era infatti considerato allo stesso tempo dal movimento sionista come patria storica del popolo ebraico e dal movimento nazionalista palestinese come territorio appartenente ai suoi abitanti arabi palestinesi. 1975 – Scoppio della guerra civile in Libano. 1917 – Nel corso della prima guerra mondiale crolla l'Impero ottomano. Ramadan Shallah [28], Il 15 maggio 1947 fu fondato quindi l'UNSCOP (United Nations Special Committee on Palestine), comprendente 11 nazioni (Canada, Cecoslovacchia, Guatemala, Paesi Bassi, Peru, Svezia, Uruguay, India, Iran, Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, Australia) da cui erano escluse le nazioni "maggiori", per permettere una maggiore neutralità.[29]. Dall’accordo erano però escluse, tra l’altro, "le porzioni di Siria a ovest dei distretti di Damasco, Homs, Hama e Aleppo", considerate dai britannici regioni "non puramente arabe" (lettera di McMahon a Husayn del 24 ottobre 1915). L'8 luglio, Israele diede inizio all'operazione Protective Edge, con l'obiettivo di arrestare i lanci di razzi da parte di Hamas e di distruggere i tunnel utilizzati dai combattenti palestinesi. Centinaia di migliaia di ebrei del mondo arabo emigrarono anche a causa del clima di tensione che si era venuto a creare nei loro paesi d'origine in seguito al conflitto; di questi, circa 600 000 emigrarono nel neonato Stato di Israele tra gli anni 1940 e 1970. Gli accordi fra Egitto e Israele (seguiti più tardi dal riconoscimento dello Stato d'Israele da parte del Cairo, imitato più tardi dalla Giordania) avviarono una nuova fase politica, tendenzialmente meno incline al confronto armato come strumento di risoluzione delle controversie. [10][11] In base a tali accordi alcuni contingenti arabi, guidati dal figlio dello sharīf, Fayṣal (futuro re dell'Iraq), parteciparono alla cosiddetta "rivolta araba", forti dell'aiuto del Regno Unito che distaccò come suo ufficiale di collegamento (ma di fatto suo plenipotenziario) il colonnello Thomas Edward Lawrence (più noto come Lawrence d'Arabia). La fase principale del conflitto su larga scala tra Israele e gli Stati arabi ebbe luogo dal 1948, anno della proclamazione dello Stato di Israele, al 1973, e fu costituita da una serie di guerre arabo-israeliane: la guerra del 1948, la guerra di Suez del 1956, la guerra dei sei giorni del 1967 e la guerra del Kippur del 1973. David Elazar Shimon Peres In questa occasione furono gli eserciti dell'Egitto e della Siria ad attaccare a sorpresa Israele, che perse il controllo del Canale di Suez (inutilmente presidiato con la cosiddetta "linea Bar-Lev") pur dimostrandosi in grado di reagire con efficacia, organizzando un'abile controffensiva con sue unità corazzate, guidate dal generale Ariel Sharon, che riuscirono ad attraversare il canale di Suez e a porre sotto assedio, sia pur teoricamente, l'intero III Corpo d'armata egiziano, rimasto al riparo delle sue postazioni missilistiche anti-aeree che, nelle prime fasi della guerra, avevano decimato l'aviazione di Israele.[52]. Molti movimenti riformatori erano sorti nei territori ancora controllati dalla "Sublime Porta" per tentare di contrastare il processo di degrado politico, economico e culturale (vedi "Giovani Turchi") ma per alcuni di essi l'intento principale da perseguire era quello, né più né meno, dell'indipendenza di stampo occidentale. Tzipi Livni Sul finire del XIX secolo il territorio storico-geografico della Palestina, facente parte dell'impero ottomano, non costituiva una suddivisione amministrativa ufficiale dell'impero (com'era stato fino all'XI secolo sotto l'impero Abbaside), ma era diviso tra diverse altre suddivisioni amministrative. Infine, per ottenere l’appoggio del movimento sionista (e degli ebrei russi e americani in particolare),[14] l'allora ministro degli esteri del Regno Unito Arthur Balfour nel 1917 pubblicò la dichiarazione Balfour, con cui il Regno Unito riconosceva ai sionisti il diritto di formazione di "un focolare nazionale" (a National Home) per il popolo ebraico in Palestina, che venne interpretato dagli stessi come la promessa di un permesso per la costituzione di uno Stato autonomo e indipendente. Ne seguiranno altri due gli anni successivi, 1940 - In disaccordo con la tregua stipulata tra l'Irgun e le autorità britanniche viene fondato il. Ehud Barak [53], La fine delle guerre arabo-israeliane avviò un timido e incerto progresso di normalizzazione dei rapporti tra lo Stato ebraico e alcuni dei paesi limitrofi, spesso vanificato da irrigidimenti e da nuove crisi. Dal canto suo, uno dei leader di Hamas, Khaled Meshaal, pur dichiarando di non sapere a chi attribuire l'azione, si "congratulò", mettendola in relazione con la situazione dei prigionieri palestinesi. In quel periodo l'organizzazione di guerriglia più attiva fu forse il Fronte Nazionale per la Liberazione Palestinese (FLP), che in quei paesi aveva insediato le proprie basi operative. David Ben Gurion [41] Poiché le economie povere dei Paesi arabi circostanti erano incapaci di assorbire un tale afflusso di rifugiati, e poiché Israele si oppose al rimpatrio dei rifugiati dopo la fine della guerra, l'esilio dei rifugiati nei campi profughi palestinesi divenne permanente, e nel dicembre 1949 l'ONU creò un'agenzia apposita per fornire assistenza e occupazione ai rifugiati palestinesi, l'UNRWA. Amin al-Husseini [31], Nel decidere su come spartire il territorio, l'UNSCOP considerò, per evitare possibili rappresaglie da parte della popolazione araba, la necessità di radunare tutte le zone dove i coloni ebraici erano presenti in numero significativo (seppur spesso in minoranza[32]) nel futuro territorio ebraico, a cui venivano aggiunte diverse zone disabitate (per la maggior parte desertiche) in previsione di una massiccia immigrazione dall'Europa, una volta abolite le limitazioni imposte dal governo britannico nel 1939, per un totale del 56% del territorio.[33]. Yasser Arafat A partire dagli anni trenta del XX secolo, e ancor più dopo il termine del secondo conflitto mondiale e la tragedia dell'Olocausto, la Palestina vide fortemente alterata la sua composizione demografica, con la minoranza ebraica cresciuta dall'11,1% del totale nel 1922 al 33% nel 1947,[5] grazie all'acquisto di terreni reso possibile dai fondi concessi ai profughi ebrei sfuggiti alla persecuzione nazista.
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